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14 mag 2011

SINEDDOCHE Francesca Longhini 28.05.11 19.00 press release

Vedo la vela tornare al porto, è una borsa di foca, rientro in casa per giocare con il mio felino, devo mantenere i miei buoni propositi.

La sineddoche consiste nella sostituzione di un termine con un altro, avente con il primo un rapporto quantitativo, di maggiore o minore estensione ed è quindi fondata su un rapporto di estensione del significato della parola:

la parte per il tutto, Il tutto per la parte,il genere per la specie, la specie per il genere, il singolare per il plurale,il plurale per il singolare.

3 mag 2011

I can no longer associate myself

Spazio Morris Milano
▲Valentina Dotti, Risme
Valeria Cavagnoli, Geminazione
◼ Silvia Inselvini, La schiuma dei giorni
☾Lucia Seghezzi, Due tempi, due pesi
Lucia Seghezzi, Il carbonio dice tutto a tutti Francesca Longhini, Cavallo Sauro
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Luca Trevisani racconta la mostra 'I can no longer associate myself' allo Spazio Morris a cura di Stefano Mandracchia.
Nel comunicato stampa della mostra avevo letto di Rosemary's Baby. Sapevo di Spazio Morris come di una casa abbandonata da tempo, e dell’amore di Stefano per l’horror. Gli ingredienti che prevedevo li ho trovati tutti, ma quando sono arrivato in via Crivelli li ho trovati mescolati in modo strano, e la cosa mi ha spiazzato. L’atmosfera era davvero piacevole; era come essere un bambino piccolo che va a trovare una vecchia parente, che teme di passare il pomeriggio a mangiare biscotti secchi, innaffiati da del thè con troppo limone e, invece, si ritrova a giocare con lei a twister, o a sentire racconti semplici ma spassosi. Si, lo so, mi diverto con poco. Ma, in fin dei conti, non è una dote ? E poi, lasciatemelo dire, I Can No Longer Associate Myself non è mica poco. E poi, lasciatemi dire anche questo: freschezza mezza bellezza. E con questo non intendo che si tratti di una cosa leggera. Noi italiani - e il povero Calvino insegna - questa strana idea di leggerezza c’è la siamo ritrovata addosso e non ce la stacchiamo più. Non parlerei di una mostra leggera, no, perché la vita non si misura in grammi, ma di una mostra lieve, senza retorica, senza zavorra. Non chiedetemi di dirvi cosa mi è piaciuto di più, non è interessante dividere gli ingredienti: la somma è sempre più dell’unione delle sue parti. Andate a toccare con mano, siamo sotto pasqua, copiate da san Tommaso.
*** articolo tratto da arte-milano.blogspot.com di Elena Bordignon

I Can No Longer Associate Myself Curated by Stefano Mandracchia

I CAN NO LONGER ASSOCIATE MYSELF è una collettiva omaggio al film Rosemary’s baby di Roman Polanski. Le case nei film del regista polacco-francese sono spesso animate dai segni e dai ricordi di chi le vive o di chi le ha vissute, sono organismi viventi dove le tracce del passato sono inquietanti protagonisti della pellicola. Con questo richiamo alle stanze di spazio Morris, abbandonate per venti anni, sei studenti al termine degli studi presso l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia: Valeria Cavagnoli, Valentina Dotti, Silvia Inselvini, Francesca Longhini, Paolo Richetti, Lucia Seghezzi si sono messi alla prova. Gli artisti invitati da Stefano Mandracchia, questa volta in veste di docente e curatore, anziché di artista, hanno ideato opere site specific. Il titolo della mostra, I CAN NO LONGER ASSOCIATE MYSELF, è la frase incompiuta che Rosemary legge sui documenti abbandonati dalla vecchia proprietaria della casa di recente acquistata, una frase che racchiude anche il concetto di singolo in relazione ad un gruppo. I CAN NO LONGER ASSOCIATE MYSELF è una frase che, in qualche modo, tutti i partecipanti al progetto (compreso il curatore) potrebbero dire o pensare, perchè in un certo senso questa mostra segna la fine di un certo tipo di rapporto tra tutti loro.

I CAN NO LONGER ASSOCIATED WITH MYSELF is a collective tribute to Rosemary's Baby, movie by Roman Polanski. The houses in the films of the polish-french film director are often animated by the signs and memories of those who used to live into, are living organisms where the traces of the past stars of the film are disturbing. By this connection between the movie and the rooms of spazio Morris, closed for twenty years, six students after completing their studies at the Fine Arts Academy of Brescia Santa Giulia: Valeria Cavagnoli , Valentina Dotti, Silvia Inselvini, Francesca Longhini , Paolo Richetti, Lucia Seghezzi test themselves. The artists invited by Stefano Mandracchia, this time as teacher and curator, rather than as an artist, have created site specific works. The show's title, I CAN NO LONGER ASSOCIATED WITH MYSELF, which is the unfinished sentence that Rosemary read on the documents abandoned by the former owner of the house recently purchased. A sentence that encompasses the concept of individual in relation to a group; a sentence that, somehow, all participants in the project (including the curator) may say or think, because this exhibition marks the end of a certain kind of relationship between them all.

DON'T TURN OFF THE DREAM
Chiara Mazzetti 08.04.2011
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photos & Press Release

“Donʼt turn off the dreams” è una breve video-proiezione.

È la desolazione della solitudine, un climax di movenze e reazioni

allʼinterno di unʼatmosfera (apparentemente) onirica.

Come se esprimesse il distacco dal mondo,

un distacco scandito da solitudine e dispercezione,

dando spazio allʼassenza.

Donʼt turn off the dreams pone in secondo piano la presenza

è il rapporto sognato,

in un isolamento in cui lʼunico vero rapporto che commuove